Concessione di finanziamenti destinati a sostenere la nascita e lo sviluppo delle start-up innovative, come definite dal decreto-legge n. 179/2012, di tutto il territorio nazionale.
Il nuovo intervento Smart&Start, con una dotazione finanziaria di circa 200 milioni di euro, coprirà tutto il territorio nazionale, sarà dedicato alle “start-up innovative” (quelle iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese della Camera di Commercio) e finanzierà progetti di impresa che prevedano spese, tra investimenti e gestione, comprese tra 100 mila e 1,5 milioni di euro.
A chi è rivolto il bando?
I beneficiari sono:
• start-up innovative di piccola dimensione;
• persone fisiche che intendono costituire una start-up innovativa, anche se residenti all’estero o di nazionalità straniera, purché l’impresa sia formalmente costituita entro e non oltre il termine di 60 giorni dalla data della comunicazione di ammissione alle agevolazioni.
Per start-up innovative si intendono le imprese iscritte nella apposita sezione del Registro delle Imprese. Tra i principali requisiti:
•società di capitali costituite da non più di 48 mesi;
•valore della produzione < 5 milioni di euro;
•costi riconducibili a R&S.
Non sono ammissibili agli aiuti:
• le imprese in difficoltà;
• le imprese controllate da soci controllanti imprese che abbiano cessato, nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della richiesta, un’attività analoga a quella cui si riferisce la domanda di agevolazione;
• le imprese operanti nei settori della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del TFUE e del settore carboniero relativamente agli aiuti per agevolare la chiusura di miniere di carbone non competitive
• le attività connesse all’esportazione verso paesi terzi o Stati membri, ossia programmi d’impresa direttamente collegati ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti connesse con l’attività grave d’esportazione e per gli interventi subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti di importazione.
Quali progetti sono agevolabili?
I progetti di impresa dovranno avere un forte contenuto tecnologico e innovativo e puntare allo sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni nel campo dell’economia digitale o alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata.
I piani di investimento devono essere caratterizzati da un forte contenuto tecnologico e innovativo, e/o si devono qualificare come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale e/o si devono basare sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca).
Sono agevolabili i progetti che prevedono programmi di spesa, di importo non superiore a euro 1.500.000 (unmilionecinquecentomila) e non inferiore a euro 100.000 (centomila), per acquistare beni di investimento e/o per acquisire servizi necessari alla gestione.
Quali sono le spese ammissibili dal bando?
Per il Bando sono ammissibili le seguenti spese:
a) impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico-scientifici, funzionali alla realizzazione del progetto;
b) componenti hardware e software funzionali al progetto;
c) brevetti e licenze;
d) certificazioni, know-how e conoscenze tecniche, anche non brevettate, correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
e) progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi, consulenze specialistiche tecnologiche funzionali al progetto di investimento, nonché relativi interventi correttivi e adeguativi.
Le spese di cui alle lettere a) e le componenti hardware di cui alla lettera b) devono riferirsi a beni nuovi di fabbrica; non sono ammesse le spese relative all’acquisto di automezzi ad eccezione di quelli specificamente attrezzati come laboratori mobili, ove necessari per lo svolgimento delle attività di cui al piano di impresa. I costi per le consulenze specialistiche tecnologiche, di cui alle lettera e) sono finanziabili solo se direttamente funzionali al progetto di investimento e non relative alle normali spese di funzionamento dell’impresa, prestate da soggetti terzi a titolo non continuativo o periodico.
Sono altresì ammissibili i seguenti costi di esercizio, sostenuti dall’impresa beneficiaria nei 24 mesi successivi alla data di stipula del contratto di finanziamento:
a) interessi sui finanziamenti esterni concessi all’impresa, ossia gli interessi derivanti da finanziamenti bancari ordinari concessi a tasso di mercato, fisso o variabile, ammissibili in misura non superiore al tasso di riferimento vigente alla data di concessione
dell’agevolazione, stabilito dalla Commissione europea;
b) quote di ammortamento di impianti, macchinari e attrezzature tecnologici, ovvero tecnico scientifici, acquistati nuovi di fabbrica da parte dell’impresa proponente, con particolare riferimento a quelli connessi all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, necessari all’attività di impresa, ivi compresi siti internet e piattaforme digitali, qualora per i medesimi beni non sia stata richiesta l’agevolazione delle spese di acquisizione, ammissibili nelle misure massime previste dalla normativa fiscale vigente;
c) canoni di leasing ovvero spese di affitto relativi agli impianti, macchinari e attrezzature di cui alla lettera b). Sono ammissibili:
c.1) canoni di leasing relativi agli impianti, macchinari e attrezzature di cui alla lettera b), nuovi di fabbrica, ammissibili nelle misure massime previste dalla normativa fiscale vigente. Sono escluse le fattispecie che configurino, nella forma e/o nella sostanza, la locazione di aziende o di rami di azienda, nonché la locazione da soggetti diversi da imprese. Gli interessi relativi ai predetti canoni
di leasing sono ammissibili nella misura massima di cui alla precedente lettera a). In caso di maxi canone iniziale, esso non è interamente ammissibile nell’esercizio del pagamento, ma deve essere considerato di competenza di tutta la durata del contratto di leasing e pertanto è ammissibile nei limiti della quota di competenza dell’esercizio. Non sono in ogni caso ammissibili i costi per il
riscatto dei beni acquisiti in leasing;
c.2) i costi di affitto dei beni strumentali di cui alla lettera b), se impiegati nella progettazione, realizzazione, verifica e collaudo, distribuzione di prodotti e/o servizi, ovvero impiegati in attività di ricerca e sviluppo, di automezzi specificamente attrezzati come laboratori mobili, ove necessari per lo svolgimento delle attività di cui al piano di impresa. Sono altresì ammissibili i costi relativi alla fruizione di servizi di hosting e di housing, se strettamente funzionali all’attività aziendale. Sono escluse le fattispecie che configurino,
nella forma e/o nella sostanza, l’affitto di aziende o di rami di azienda, la locazione da soggetti diversi da imprese, nonché l’affitto di automezzi diversi da quelli precedentemente definiti;
d) costi salariali relativi al personale dipendente assunto dall’impresa con rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato, nonché i costi relativi ai collaboratori a qualsiasi titolo aventi i requisiti indicati all’art. 25, comma 2, lettera h), numero 2), del Decreto-legge n. 179/2012;
e) licenze e diritti relativi all’utilizzo di titoli della proprietà industriale;
f) licenze relative all’utilizzo di software, purché direttamente correlati alle esigenze produttive dell’impresa;
g) servizi di incubazione e di accelerazione di impresa, purché forniti da incubatori e acceleratori d’impresa, ossia da organismi che istituzionalmente hanno l’obiettivo di accelerare e rendere sistematico il processo di creazione di nuove imprese, fornendo loro una vasta gamma di servizi di supporto integrati. Nel caso detti servizi siano forniti da organismi non classificati come incubatori certificati (art. 25, comma 5, del Decreto-legge n. 179/2012), è necessario fornire un profilo dettagliato dell’incubatore/acceleratore prescelto,
ed il track record dello stesso, con particolare riferimento ai requisiti di cui al comma 5 ed agli indicatori di cui al comma 7 dell’art. 25 del Decreto-legge n. 179/2012.
I costi di cui alle lettere c), e) ed f) non potranno riguardare beni di proprietà di soci, amministratori, dipendenti dell’impresa proponente o loro prossimi congiunti nonché di società nella cui compagine e/o nel cui organo amministrativo siano presenti soci,
amministratori, dipendenti dell’impresa proponente o loro prossimi congiunti. L’impresa beneficiaria ed i fornitori non devono avere alcun tipo di partecipazione reciproca a livello societario.
Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro i 24 mesi successivi alla stipula del contratto di finanziamento.
Non sono ammissibili alle agevolazioni le spese riferite a investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature, le spese effettuate, in tutto o in parte, mediante il cosiddetto “contratto chiavi in mano”, le spese relative a commesse interne, le spese sostenute attraverso il sistema della locazione finanziaria, le spese relative a macchinari, impianti e attrezzature usati, le spese di funzionamento, le spese notarili e quelle relative a imposte, tasse, scorte.
Agevolazione concessa dal bando
Le nuove agevolazioni prevedono un finanziamento a “tasso zero” fino ad un massimo del 70% del costo del progetto. Il finanziamento potrà arrivare all’80% se la start up ha una compagine interamente costituita da giovani o donne o se tra i soci è presente un ricercatore che rientra dall’estero.
Agevolazioni finanziarie
Le agevolazioni consistono in un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000).
Il valore del mutuo può arrivare all’80% delle spese ammissibili, se la start-up ha una compagine interamente costituita da giovani fino a 35 anni di età e/o da donne o se tra i soci è presente almeno un esperto, in possesso di titolo di dottore di ricerca o equivalente da non più di 6 anni e impegnato stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio un dottore di ricerca che rientra dall’estero (max € 1.200.000).
I finanziamenti hanno una durata massima di 8 anni e sono rimborsati, dopo 12 mesi a decorrere dall’erogazione dell’ultima quota dell’agevolazione, secondo un piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate, scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno; non sono assistiti da forme di garanzia, fermo restando che i crediti nascenti dalla ripetizione delle agevolazioni erogate sono, comunque, assistiti da privilegio.
Le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano, restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.
Agevolazioni reali
Le start-up costituite da meno di 12 mesi beneficiano di servizi di tutoring tecnico-gestionale, ossia servizi specialistici erogati anche con modalità innovative, che possono includere scambi con realtà internazionali.
Il valore dei servizi di tutoring è pari a € 15.000 per le regioni del Mezzogiorno e a € 7.500 per il centro Nord.
Presentazione domande e scadenza del bando.
Le domande di agevolazione potranno essere presentate dalle ore 12 del 16 febbraio.
Le agevolazioni saranno concesse sulla base di una procedura valutativa con procedimento a sportello, secondo l’ordine cronologico di arrivo e sino ad esaurimento fondi.
Contattateci o compilate il form per avere ulteriori informazioni e per valutare l’ammissibilità del vostro progetto di investimento al presente bando.